Quando la digitalizzazione sposa le fabbriche, l’industria diventa 4.0. Dopo la rivoluzione industriale di fine Settecento, la produzione di massa un secolo più tardi, l’automazione e l’arrivo dei computer degli anni Settanta è ora la volta della digitalizzazione, dell’IoT e delle reti di dati.
Un processo che porta alla produzione industriale automatizzata e interconnessa che prevede potenza di calcolo e connettività con utilizzo di big data, open data, Internet of things, machine-to-machine e cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la conservazione.
I dati devono essere poi analizzati tramite gli analytics, per estrarre valore da queste informazioni e orientare le scelte di manager e imprenditori. In azienda macchine con interfaccia touch cambiano il modo di interagire con l’addetto e si diffonde anche l’utilizzo della realtà aumentata per certi settori.
Infine, l’Industria 4.0 comprende anche lo sviluppo della manifattura additiva con stampa 3D, robotica e interazioni machine-to-machine.
I benefici fiscali
Per fare diventare la fabbrica intelligente c’è bisogno però di investimenti e per questo il governo ha concesso benefici fiscali con un provvedimento che prevede, a partire dal 1° gennaio 2022, nuove aliquote del credito di imposta per gli investimenti con la proroga degli incentivi al 2025.
Il provvedimento riguarda i beni materiali tradizionali e 4.0. Per i beni materiali tradizionali il beneficio del credito di imposta scende nel 2022 al 6% delle spese (oggi è al 10%). Il limite massimo è di due milioni di euro per i beni materiali, e un milione per i beni immateriali.
L’incentivo avrà termine nel 2023. Per quanto riguarda i beni materiali 4.0 che rientrano nelle categorie indicate dall’allegato A della Legge 232/2016 e interconnessi al sistema aziendale, per il loro acquisto sarà possibile usufruire per il 2022 di un credito di imposta del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 20% per investimenti oltre i 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro, 10% per investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.
Per gli anni successivi (dal 2023 al 2025) le aliquote scenderanno rispettivamente al 20%, 10% e 5% della quota investimenti.
Il software 4.0
Le regole per il software 4.0 (beni immateriali di cui all’Allegato B della Legge 232/2016) prevedono un credito di imposta pari al 20% delle spese con tetto a un milione di euro. Il tetto previsto è annuale. L’aliquota resterà al 20% anche per il 2023, per poi calare al 15% nel 2024 e al 10% nel 2025.
Secondo la normativa gli investimenti devono essere sostenuti nel periodo compreso 1 gennaio-31 dicembre 2022. Il periodo può essere allungato fino al 30 giugno 2023 a condizione che, entro il 31 dicembre 2022, l’ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
B-One è pienamente inserita nel mondo Industry 4.0 con la piattaforma iperconvergente di data management di Syneto. Si tratta di un’infrastruttura It plug-and-play, iperconvergente, alimentata dall’interfaccia SynetoOs che unisce virtualizzazione, storage, backup, servizi di ripristino e di recupero dati in un’unica piattaforma.
Nella piattaforma, l’iperconvergenza si unisce alla protezione dei dati con una soluzione che rientra tra i beni agevolabili 4.0 e se installata e interconnessa nel rispetto del “Protocollo SER 4.0”, fornito solo in seguito all’acquisto, permette all’azienda di accedere al credito d’imposta pari al 40% dell’investimento.